Forse era meglio anatroccolo?



Serata interessante, questa, appena tornata a casa con una certa angoscia da ''Il cigno nero''.
Si si. Garbata l’interpretazione di lei e l’oscar è probabilmente meritato visto il livello generale dei film attuali.
Turbinosa l ‘intera vicenda, che doveva essere tale in virtù della lotta tra i due volti dell ‘anima.
E, per carità,non sconvolgono le scene di sesso, che sembra no inserite a forza,per dare un senso all inibizione di lei. Ma che le vogliamo fare, poverina,repressa,instupidita e stordita da un mondo che esige perfezione:lei non conosce neanche se stessa. E tenta di trovare se stessa emulando una sessualità che non le appartiene, e la si vede ansimante, disperata, sconvolta, appena uscita dal guscio che la madre le aveva costruito; un guscio di cigno, appunto, dal quale però esce un mostro.



Quel che lascia sconvolti, quando si esce dalla sala, non è tanto lei che è morta(e pace all ‘anima sua son contenta per lei, perche io al posto suo, in quel mondo non spero di trovarmi), Quanto piuttosto quel senso di vuoto, di perdizione, di assoluta incertezza…  Quel che spaventa è l’ombra della nostra luce, l’ambivalenza di uno stesso principio,LA PERFEZIONE. Quel che spaventa è il dualismo dell’anima umana per cui quel che è vivo in realtà soccombe. Quel che spaventa è che ogni cosa, ogni singola cosa di come noi viviamo questo mondo dipende unicamente dalla nostra illusione mentale di viverlo.
Persino io, ora se non fossi convinta di muovere le mie dita e scrivere, potrei sostenere di essere morta.
Ecco dov'è l'angoscia: sperare con poca convinzione che il suo mondo sia soltanto suo, e che il nostro, invece, sia certamente migliore!


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